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Tech-Levee-Watch descritto da un articolo del Giornale del Po
Tech-Levee-Watch: una centralina controlla gli argini
Centralina di monitoraggio e misure di validazione dei dati a Colorno.
Combattere il rischio idrogeologico con la fisica? La nuova frontiera della ricerca del Politecnico di Milano, dell’Università di Parma e dell’Università di Modena e Reggio Emilia, in un progetto finanziato da Fondazione Cariplo.
Tech-Levee-Watch, in poche parole il monitoraggio tecnologico delle arginature, che sfrutta in sinergia metodologie geofisiche all’avanguardia per cercare di prevedere e prevenire il rischio idrogeologico e la rottura arginale.
Da un anno a questa parte il territorio della Provincia di Parma, in particolare il Comune di Colorno e gli argini del Torrente Parma, sono oggetto di monitoraggio tramite indagini elettromagnetiche, radar e geo-elettriche, con lo scopo di evidenziare i tratti critici che necessitano di ulteriore indagine.
La procedura vuole fornire una metodologia oggettiva di analisi delle strutture arginali, che prevede un’iniziale analisi veloce di un’area vasta con strumenti che vengono trasportati da mezzi mobili, una seconda indagine di precisione nei punti più vulnerabili e l’installazione di una centralina, realizzata da LSI-Lastem, che lavora da remoto valutando, con una misura al giorno, il cambiamento della situazione nel corpo dell’argine, evidenziando disomogeneità, contenuto d’acqua e presenza di vie di filtrazione.
Il dato che viene misurato è quello di resistività del suolo, ovvero la capacità del terreno di opporsi al passaggio della corrente elettrica, il valore cambia a seconda della presenza di acqua, di vuoti, di terreni diversi e fornisce un’utile indicazione delle condizioni interne della struttura.
Questa centralina di monitoraggio, chiamata G.R.E.T.A. (Geo-Resistivity meter for Environmental Time lapse Analysis, o in italiano geo-resistivimetro per analisi ambientali periodiche), manda i dati tramite internet a un centro di controllo, dove è possibile valutare eventuali filtrazioni anomale o escavazioni causate da nutrie ed intervenire in anticipo rispetto al crollo.
A collaborare con le Università c’è AIPO (Agenzia Interregionale del fiume PO), che ha supportato le indagini in tutte le sue fasi e l’installazione della centralina di monitoraggio.
Sono già diversi i comprensori di bonifica che hanno partecipato al progetto, quali il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po e il Consorzio Est Ticino Villoresi, fornendo supporto e aiuto nel valutare le zone più critiche del loro territorio, anche in base alla storia recente di alluvioni e dissesti.
Il fine ultimo di questa ricerca è l’aiuto al cittadino, con un meccanismo che vuole migliorare il controllo del territorio e prevenire il rischio idrogeologico con metodi innovativi e oggettivi.
http://www.ilgiornaledelpo.it/i-dati-tramite-internet-a-un-centro-di-controllo/
G.RE.T.A. in un articolo del Giornale di Mantova
Monitorare gli argini del Po: ci pensa la centralina “intelligente”
11 Febbraio 2019
Il politecnico di Milano, l’Università di Parma e l’Università di Modena e Reggio Emilia al lavoro su un progetto contro il rischio idrogeologico.
Monitorare gli argini del Po, ma non solo: ecco il progetto finanziato da Fondazione Cariplo.
Monitorare gli argini del Po
La ricerca del Politecnico di Milano, dell’Università di Parma e dell’Università di Modena e Reggio Emilia a servizio delle autorità che gestiscono fiumi e canali. Un progetto finanziato da Fondazione Cariploper diminuire il rischio idrogeologico connesso all’instabilità degli argini. L’innovazione per i cittadini: una centralina installata sugli argini per analizzare in tempo reale le condizioni interne della struttura utilizzando la geofisica.
Altissima presenza di animali
Dal 2014 sono in atto nella Provincia di Mantova, in particolar modo nel territorio di San Giacomo delle Segnate, attività di monitoraggio delle arginature dei canali, che vedono un’altissima presenza di animali, quali nutrie, tassi e volpi, che scavano le loro tane all’interno degli argini in terra. La presenza di filtrazioni concentrate, spesso causate o incrementate dalla presenza di tane di animali e non sempre facilmente individuabili, è un grave fattore di rischio per la stabilità degli argini. Da qui la necessità di dotarsi di un sistema automatizzato di valutazione della stabilità dei rilevati, che si basa sulle misure di caratteristiche del terreno che possono cambiare nel tempo quando si instaura un processo dannoso per l’argine.
Controllo costante
La centralina di monitoraggio permanente, ideata dalle Università e realizzata da LSI-Lastem nel progetto Tech-Levee-Watch, permette di tenere sotto controllo la situazione durante il passare delle stagioni, indicando l’evoluzione dei fenomeni nel corpo dell’argine.
G.RE.T.A.
Il suo nome è G.RE.T.A. (Geo-Resistivity meter for Environmental Time lapse Analysis) e il suo obiettivo è quello di combattere il rischio idrogeologico eseguendo misure autonome e giornaliere delle proprietà del suolo. La misura registrata dalla centralina è quella di resistività, che indica quanto un terreno si opponga al passaggio della corrente elettrica, questo valore è misurato lungo la sezione longitudinale dell’argine in modo da generare una mappa colorata che indica le varie parti della struttura, e che viene confrontata con le misure precedenti. Il passaggio della corrente dipende dal contenuto d’acqua del suolo, dalla presenza di vuoti e dalla tipologia di terreno, in questo modo è possibile valutare se una di queste proprietà stia evolvendo nel tempo.
Previsione e prevenzione
A supportare il progetto nella zona vi è il Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, che ha affiancato gli esperti nell’identificazione delle zone critiche e nell’installazione della centralina, nonché nella sua manutenzione. È importante sottolineare come il progetto abbia come obiettivo la previsione e prevenzione del rischio idrogeologico e come i suoi risultati vadano a vantaggio della popolazione, che vede dalla sua uno strumento in più per evitare alluvioni e dissesti.
https://giornaledimantova.it/attualita/monitorare-gli-argini-del-po-ci-pensa-la-centralina-intelligente/
Tech-Levee-Watch in un articolo della Gazzetta di Mantova
Il radar scannerizza gli argini a caccia di buchi e tane di nutrie
Progetto congiunto di tre università con il contributo della Fondazione Cariplo. Grazie alla tecnologia ora si può vedere la struttura interna dei terrapieni
BASSO MANTOVANO. Come tenere sotto controllo gli argini, i presìdi più importanti nella zona del Basso Mantovano, la cui ricchezza di acque e fiumi, vera manna durante i periodi di siccità si può trasformare in minaccia per la sicurezza degli abitanti durante le piene? Al monitoraggio visivo, da sempre attuato da operatori e tecnici, oggi si affianca una risposta tecnologica studiata da tre università. Contenere il rischio idrogeologico con innovative tecnologie geofisiche è infatti l’obiettivo che il Politecnico di Milano, l’università di Parma e l’università di Modena e Reggio Emilia si sono dati, grazie a un progetto di Fondazione Cariplo che ha destinato sia nel 2016 che nel 2017 1,5milioni di euro per progetti focalizzati sul dissesto idrogeologico. «Finalità del progetto Tech-Levee-Watch – spiega una nota – è quella di fornire una strategia collaudata per valutare la salute degli argini utilizzando una metodologia basata sulla fisica e su dati oggettivi, mettendo al primo posto la sicurezza dei cittadini».
Il punto di partenza è ovvio. Per conoscere lo stato di salute dei terrapieni che contengono i corsi d’acqua non si può certo pensare ad analisi di tipo invasivo, come scavi o trivellazioni che indebolirebbero queste strutture di difesa. Ma, d’altronde, l’esperienza insegna che la presenza di tane di animali, così come di fessurazioni, nel tempo produce un indebolimento, difficile interno da notare alla superficie. Per identificare le zone critiche degli argini il progetto ha pensato di utilizzare misure elettromagnetiche e radar effettuate con mezzi in movimento. Questo per risparmiare tempo e ottenere un dato su una vasta area. Le misure possono rivelare la struttura interna degli argini, la presenza di cavità o la diversa composizione dei materiali, identificando i tratti più vulnerabili.
Le mappe ottenute dalla strumentazione geolettrica fissa sono invece analizzate e vengono valutate le differenze col passare del tempo, in modo da poter identificare variazioni di situazioni quali filtrazione dell’acqua o creazione di fratture. Le Università possono quindi ottenere mappe del contenuto d’acqua del terreno e valutare quando si superino soglie di attenzione e allarme. L’area di San Giacomo delle Segnate, è stata la prima a essere monitorata con questa procedura, a partire dal 2014, grazie al Consorzio di Bonifica Terre dei Gonzaga in Destra Po, che ha affiancato le operazioni in sito. Ulteriori zone del comprensorio sono state indagate con mezzi mobili, al fine di localizzare la presenza di tane di animali negli argini con radar a bassa frequenza. L’obiettivo finale dei ricercatori è quello di finalizzare una procedura per aumentare la sicurezza dei cittadini prevedendo e prevenendo il possibile dissesto idrogeologico.
https://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2019/02/02/news/il-radar-scannerizza-gli-argini-a-caccia-di-buchi-e-tane-di-nutrie-1.17716523?ref=search
Workshop “Monitoraggio geoelettrico per il rischio idrogeologico”
martedi 19 febbraio 2019 ore 10.00
Aula Castigliano, ed.5, Politecnico di Milano
Piazza Leonardo da Vinci 32, Milano
Saranno presentati i risultati del progetto Tech-Levee-Watch finanziato da Fondazione Cariplo e saranno illustrati gli obiettivi del progetto Dilemma finanziato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
Entrambi i progetti affrontano il tema del monitoraggio degli argini di fiumi e canali artificiali e prevedono lo sviluppo, la sperimentazione e la validazione di nuove tecniche di controllo e di monitoraggio di queste strutture.
In particolare, saranno illustrati i risultati ottenuti con la sperimentazione del prototipo G.RE.T.A., un nuovo strumento di LSI LASTEM per il monitoraggio geoelettrico permanente che appare molto promettente anche per altre applicazioni simili (dighe in terra, massicciate stradali e ferroviarie, frane, monitoraggio del percolato, ….).